Stai cercando informazioni su come avviare una start up? Ecco un articolo che può interessarti: si parlerà, infatti, di Statuto societario di una start up e finanziamenti nel mondo Venture Capital. Tutto quello, insomma, che devi sapere comprese le principali clausole e tutele per imprenditori ed investitori professionali.
La redazione dello statuto societario e dei patti para sociali nel mondo delle start up è un tema di fondamentale importanza per chi vuole avviare una propria impresa. Nel settore del Venture Capital sono infatti previste differenti tipologie di clausole per la tutela degli imprenditori e degli interessi delle parti coinvolte nelle varie fasi di investimento. Ricordiamo che nel ciclo di vita di una start up sono previsti diversi step e corrispettivi round di investimento:
In ciascuna di queste fasi sono presenti operatori specifici che possono richiedere diverse tipologie di tutela:
- Pre-seed & seed: angels ed incubatori
- Early Stage & Mezzanine: fondi di Venture Capital
- IPO & M&A: fondi di Private Equity, Banche d’Investimento e fondi di Venture Capital
Verosimilmente, specialmente nei momenti iniziali di vita di una start up, ogni imprenditore sogna di ricevere soldi da investitori e fondi di Venture Capital ed il suo focus è maggiormente concentrato sull’aspetto del denaro più che sulla lungimiranza futura (dovuto anche ad uno sbilanciamento nella leva contrattuale tra le parti). La conseguenza è che in pochi si preoccupano di tutelarsi, tramite un appropriato statuto o patti para sociali e lasciano la redazione di questi ultimi all’attività speculativa degli investitori stessi.
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Come avviare una start up: le 3 principali clausole di co-vendita
Uno dei principali temi nella redazione degli statuti e dei patti para sociali è quello delle cosiddette clausole di co-vendita, ossia quelle clausole che vincolano la vendita ed il trasferimento delle quote societarie. Le tre principali sono: drag along, bring along e tag along.
1) Drag Along favorisce il socio di maggioranza e la start up diviene più appetibile sul mercato
La Drag Along consente ad un determinato socio (solitamente quello di maggioranza), in caso di contrattazione con un potenziale acquirente, di vendere non soltanto la propria quota di partecipazione ma anche quelle dei soci di minoranza alle medesime condizioni economiche da lui contrattate, garantendo così il pieno controllo della start up al potenziale acquirente ed eliminando eventuali soci non graditi dalla futura “cap table” aziendale. E’ denominata anche clausola di trascinamento perché permette al socio di maggioranza di trascinare in maniera forzata quello di minoranza in una trattativa per la cessione di quote. L’utilizzo della drag è generalmente applicato qualora un socio voglia avere l’opzione di poter condurre una exit strategy (e quindi il recupero dell’investimento) in un tempo a lui più congeniale, senza dover passare per il consenso dei soci. La start up diviene quindi più appetibile sul mercato, specialmente per le operazioni di M&A, poiché un’eventuale azienda terza può comprare l’intera start up trattando con un solo interlocutore.
2) Bring Along, sì ad un unico interlocutore, ma lo stabilisce l’acquirente e non il venditore
La Bring Along, che è in realtà una versione simile alla Drag Along, prevede sempre l’obbligo del socio di minoranza di cedere le proprie quote in fase di trattativa tra il socio di maggioranza ed un acquirente terzo, ma solo nel caso in cui a richiederlo sia l’acquirente stesso. Viene ribaltata quindi la condizione della Drag Along, poiché il diritto di co-vendita (o trascinamento) viene esercitato non dal socio di maggioranza ma da colui che sta acquisendo le quote. Rispetto alla Drag, la Bring è meno gravosa per l’imprenditore in quanto riduce la leva contrattuale in fase di exit del socio di maggioranza.
3) Tag Along più peso al socio di minoranza con la clausola di accodamento
La Tag Along, diversamente, prevede una formula ed un logica opposta. Il socio di minoranza, nel caso di trattative tra quello di maggioranza e un acquirente terzo, ha il diritto di accodarsi a quello maggioritario nella vendita delle proprie quote usufruendo delle stesse condizioni economiche ottenute nella negoziazione con l’acquirente. Nel caso la Tag Along venga esercitata l’acquirente è quindi obbligato a comprare anche le quote del socio di minoranza per poter finalizzare la trattativa. E’ una clausola molto favorevole per l’imprenditore e può essere applicata nel caso si voglia avere un freno a mano nella gestione di investitori eccessivamente speculativi pronti a fare una exit in pochi anni. E’ chiamata anche clausola di accodamento, poiché un socio si accoda ad un altro.
Come avviare una start up: gli altri 5 aspetti importanti nella redazione dello statuto
Oltre alle clausole di co-vendita ci sono altri temi importanti che possono essere affrontati nella redazione dello statuto e dei patti para sociali. Le prime 3 sono delle vere e proprie clausole da inserire (o meno) nello statuto. Gli ultimi due sono temi altrettanto importanti. Vediamoli insieme.
1) Diritto di prelazione
Si tratta di una clausola tipicamente richiesta dagli investitori e garantisce il diritto di sottoscrivere, in caso di round futuri, una nuova quota pari alla partecipazione posseduta (ad esempio se nel primo round l’investitore ha sottoscritto il 20%, nel round successivo avrà il diritto di sottoscrivere un altro 20% del totale richiesto in aumento di capitale). E’ una clausola che garantisce a chi non voglia scoprirsi troppo in un primo round di poter maggiormente capitalizzare il proprio investimento in un tempo successivo.
2) Mandato a vendere
E’ una clausola di tutela per gli investitori, molto gravosa per i soci fondatori, che consente all’investitore il potere, tramite mandato, di vendere la start up a banche, intermediari o altri soggetti a nome di tutti i soci. E’ una clausola che generalmente scatta qualora non si verifichino le condizioni previste per la exit strategy (i.e. IPO o M&A) ed è di grande tutela per l’investitore poiché gli garantisce l’opportunità di gestire personalmente lo svincolo del suo investimento.
3) Diritto di recesso
E’ una clausola che permette ad un investitore di svincolare la propria quota e recedere dalla start up nel caso in cui si verifichi una exit entro un dato arco temporale permettendo all’investitore di tutelare il timing entro il quale vuole rientrare dei soldi investiti.
Al di la delle clausole altri due temi di grande importanza nella redazione di uno statuto di una start up sono quello dei conferimenti in aumento di capitale e quello della governance.
4) Conferimenti in aumento di capitale
Sul tema conferimenti analizziamo il cosiddetto work for equity. La legge ha previsto che se degli imprenditori vogliono costituire una start up, ma non possiedono denaro liquido da investire, possono ovviare a questo problema prevedendo in statuto la possibilità di conferire non solo denaro ma anche prestazioni di lavoro o simili. Il work for equity, che va necessariamente previsto in statuto affinché sia valido, consente che i conferimenti di capitale sociale possano essere eseguiti anche in forme diverse dal denaro. Il codice civile li classifica come: beni in natura, crediti, polizze di assicurazioni, fideiussioni bancarie, anche in garanzie di prestazione di servizi, prestazioni d’opera ecc.
In questo modo un possibile socio ha la chance di ottenere quote societarie della start up in cambio del proprio lavoro (a cui ovviamente verrà attribuito un valore in denaro al momento della costituzione o dell’aumento di capitale).
5) Governance societaria
Per quanto concerne il tema della governance societaria è possibile, ad esempio, prevedere differenti tipologie di quote di partecipazione dei soci o inserire clausole che regolino:
- i poteri di voto
- il CDA (Consiglio di amministrazione) operativo
- i temi su cui gli investitori hanno diritto di veto e quelli su cui hanno voto dominante.
E’ molto importante per un imprenditore-fondatore regolare la governance dalla nascita della start up per tutelare la sua figura manageriale nel futuro assetto societario ed evitare che fondi di investimento possano scavalcarlo nelle decisioni operative.
Come abbiamo visto sono molti i temi su cui è importante focalizzarsi quando si costituisce una start up e bisogna sempre stare attenti a non dare nulla per scontato. Angels, incubatori e fondi di Venture Capital sono soggetti interessati a fare speculazione, non sono amici o parenti. Ricordatevi sempre di prevedere le giuste tutele!
Guest post a cura di Luca Barrile
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