Essere in grado di valorizzare il layout del tuo cv in inglese è un’abilità molto importante che puoi acquisire, per poterti distinguere dagli altri candidati ed essere contattato per un colloquio di lavoro. Tieni conto che (soprattutto nel mondo anglosassone) il formato Europass viene oramai valutato come obsoleto e non adatto a mostrare alcuni lati trasversali del candidato che, invece, in una selezione possono fare la differenza. Meglio, quindi, imparare presto a formattare il proprio cv in inglese optando per un layout semplice ma accattivante ed esente – per quanto possibile – da refusi e da errori ortografici e sintattici. Ovviamente, come tutte le abilità, anche questa necessita di studio, di impegno e di una buona dose di pratica.
Non lo hai mai fatto? Qui di seguito affronteremo passo dopo passo i punti salienti della formattazione che poi autonomamente dovrai applicare a ogni curriculum tradotto e, ricordati, anche ai suoi allegati:
- la lettera di presentazione/accompagnamento (Cover letter nei paesi anglosassoni)
- la lettera di referenze (Reference letter).
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CV in inglese: i 4 punti importanti oltre ai contenuti
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Il formato del foglio
Il formato del foglio deve essere un classico A4 (21 x 29,7 cm) con una grammatura (il rapporto tra il peso e la superficie del foglio, n.d.r.) massima di 80 gr/m2 onde evitare un effetto “cartoncino” poco gradevole al tatto del selezionatore e con i quattro margini larghi circa 2 cm. Non scendere mai al di sotto del centimetro e mezzo, in quanto una volta stampato il corpo del testo risulterebbe troppo invasivo e difficile da leggere.
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Le dimensioni dei caratteri
Le dimensioni dei caratteri possono variare da un minimo di 10 pt fino a un massimo di 14 pt prediligendo degli stili classici e leggibili come il font Arial o Times New Roman. Il primo è il migliore in assoluto tra i sans serif per resa sullo schermo, mentre il secondo nasce per l’editoria cartacea e quindi è ottimo per tutti i tipi di stampati. Personalmente, ritengo molto validi anche i font Calibri e Helvetica, mentre sconsiglio vivamente tutti quei caratteri troppo marcati, come ad esempio gli stili handwriting. Sono esteticamente gradevoli, ma risultano essere – almeno in certi contesti – eccessivi e poco easy-to-read.
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Il colore del font
Il colore del font è bene che sia nella maggioranza dei casi sobrio e poco acceso, quindi il colore nero (#000000) oppure il color carbone (#050402) possono andare più che bene. In assoluto non sconsiglio tutti gli altri colori ma, visto il contesto formale (inoltro di una candidatura), bisogna saperli usare con una certa maestria. Essi rendono meglio – a mio modesto parere – nel formato nordamericano (Resume) dove l’aspetto grafico unito a quello minimal sono molto sentiti.
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I diversi modelli del concept
Stabilisci il concept del tuo cv in inglese, ovvero le modalità secondo le quali imposterai le sezioni del tuo documento. Puoi optare per:
- uno schema cronologico adatto alle figure senior. In questo caso le sezioni saranno rigide, con bordatura marcata e decisa, un allineamento a sinistra e la tabulazione
- uno schema skills-based, adatto alle figure entry-level. In questo caso puoi osare di più, ad esempio inserendo delle infografiche insieme a dei bullet points per descrivere meglio il tuo know how. In alternativa, puoi optare per una interlinea ampia, per permettere una lettura veloce delle tue competenze.
Ovviamente queste sono solo delle indicazioni generali e nessuno ti vieta di apportare ulteriori elementi scegliendo, magari, dei concept alternativi come l’ibrido Combination CV oppure il settoriale Academic CV. Infine, consiglio di numerare le pagine e scrivere su ogni pagina i propri contatti. Quando hai finito, stampa una copia del tuo cv in inglese e mostralo a una o più persone di fiducia (possibilmente competenti). Ti aiuteranno a testare la leggibilità e la scorrevolezza del contenuto.
Tradurre il CV in inglese: i 6 tool da usare per una formattazione corretta
Per dare al tuo curriculum in inglese la formattazione ottimale, puoi affidarti ad un esperto (magari freelance), oppure puoi fare da solo, usando i più comuni programmi di videoscrittura e di desktop publishing (DTP).
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Microsoft Word e Microsoft Publisher
Se non sei molto pratico di questi programmi (contenuti nel pacchetto Office) puoi usare dei template pronti all’uso. Attento però a non fare un mero copia e incolla: nella compilazione di un curriculum, la personalizzazione assume un aspetto molto rilevante.
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La suite “iWork” di Apple
Contiene il word processor Pages, a mio avviso molto più intuitivo rispetto a Word.
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LibreOffice
LibreOffice è un pacchetto di programmi liberi e gratuiti che spaziano dalla videoscrittura (Writer) all’archiviazione dei dati (Base) passando per la creazione di immagini vettoriali (Draw).
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QuarkXPress
È un celebre software di desktop publishing che offre, dietro abbonamento, un validissimo servizio alla propria utenza, soprattutto in ambito editoriale (impaginazione, ecc).
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Adobe InDesign
Quest’ultimo fa parte della suite Adobe Creative Cloud ed è una parte di un pacchetto programmi – a pagamento – con tantissime funzionalità di indiscussa qualità, come ad esempio Adobe Photoshop oppure Adobe Illustrator. Grazie alla compatibilità tra i vari programmi della suite è possibile veramente creare dei progetti complessi ed esteticamente gradevoli. Il suo utilizzo, però, non è intuitivo e serve studio e pratica.
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Scribus e Lucidpress
Il software libero Scribus e la soluzione web-based Lucidpress (nella sua versione free) sono anche due valide alternative a cui puoi affidarti. Specialmente il primo: è molto utile e anche abbastanza intuitivo nell’uso e può andare bene per chi occasionalmente si trova a dover creare documenti quali curriculum vitae ma anche semplici brochure, opuscoli informativi oppure biglietti da visita.
Nel rendere il tuo CV in inglese ricorda che…
La foto non va inserita se stai formattando il tuo CV per il mercato del Regno Unito. Puoi tranquillamente omettere anche la data di nascita, perché sono dati che non vengono valutati ad un primo screening dei candidati.
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Cura invece i tuoi profili social e in generale la tua presenza sul web (sia professionale che personale). E’ ormai abitudine tra i recruiters (selezionatori), googlare il nome e il cognome del candidato e vederne i risultati.
Guest post a cura di Salvatore Tudisco
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