Diventare Freelance (creativo) non è da Tutti? Scopri le 10 Trappole mentali che ti Bloccano

Diventare Freelance (creativo) non è da Tutti? Scopri le 10 Trappole mentali che ti Bloccano

20 Dic 2018 | Esperienze

diventare freelance Sei un creativo, lavori in un’azienda da qualche anno, ma ti senti frustrato… ogni lunedì hai delle crisi di pianto e stai spendendo troppi soldi dall’analista? Sai che quello non è il tuo posto, ma hai molti dubbi e paure? Vorresti diventare freelance ma non riesci a vedere il tuo potenziale? Ho preso spunto dalla mia esperienza personale con la speranza di aiutare chi, come la me di due anni fa, ha perso entusiasmo e si sente in trappola nel suo lavoro.

Diventare freelance e le 5 trappole del “non abbastanza”…

Ecco 10 trappole mentali che ti impediscono di fare il grande passo e qualche consiglio per superarle…

1) NON SONO BRAVO ABBASTANZA

Il tuo superiore e il superiore del tuo superiore non faranno altro che farti credere questo. Il loro scopo è farti sentire il bisogno della grande “madre azienda”. L’idea è che tu al di fuori di essa non possa sopravvivere, come se fossi un puntino minuscolo nel mondo e che ti sentirai perso.

 

2) NON GUADAGNERÒ ABBASTANZA

Il fattore guadagno dipende dalle ore lavorative e dalla qualità del tuo lavoro. Maggiori sono le tue skill maggiori saranno le richieste di lavoro. In azienda invece il guadagno spesso non è proporzionato alle ore di lavoro e alle tue effettive capacità. Se tu lavori 100 o 10 il guadagno è sempre lo stesso. Ecco perché il dipendente medio è svogliato, l’unica differenza è in ambito sales perché in quel settore si lavora a percentuale. In ambito creativo è difficile che, ad esempio un Art Director, guadagni a percentuale sui progetti. Questo è il motivo per cui negli annunci delle grandi agenzie viene richiesta “una forte motivazione”. Sarà quella ad entrare in gioco alle 8 di sera in agenzia quando a consolarti non ci saranno nemmeno gli straordinari pagati!

 

3) NON HO ABBASTANZA LAVORI IN PORTFOLIO

Tutti quando abbiamo iniziato non avevamo un portfolio ricchissimo… l’importante però è iniziare e darsi delle scadenze. Ad esempio: ci metterò un mese a realizzare il mio sito. È importante fare questo per non perdersi nelle mille possibilità del web. Ci sono template meravigliosi esteticamente ma poco funzionali, dove inserire troppe informazioni di cui poi l’utente non avrà bisogno. Per un creativo l’importante è il lavoro svolto, non le mille spiegazioni su di sé, sul cliente o sul progetto realizzato. La cosa importante è che siano subito visibili tutti i lavori realizzati e che, facilmente, con un click, l’utente possa accedervi.

 

4) NON SONO ABBASTANZA SENIOR

 Non è questione di età, ma di abilità. Ci sono ragazzi under 30 che ragionano come imprenditori e che hanno fondato delle start up di successo. Dipende da te.

 

5) NON HO ABBASTANZA FOLLOWER

Sei su Instagram, Dribble, Pinterest o Behance e non hai abbastanza follower? Non scoraggiarti, non è questo il punto. Usa piuttosto queste piattaforme come un enorme deposito creativo da cui attingere per formarti nuove idee. Non perdere di vista l’obiettivo: lavorare come freelance e guadagnare. Non devi fare l’influencer.

Leggi anche Come diventare Influencer in 5 mosse

 

Diventare freelance e le 3 trappole del “non so come”…

 

6) NON SO COME TROVARE CLIENTI

Con internet trovare clienti non è mai stato più facile:

  • Linkedin ha un duplice utilizzo. Puoi usarlo per mostrare i tuoi lavori e la tua esperienza oppure come motore di ricerca verso potenziali clienti. Attraverso i filtri di ricerca avanzata hai modo di inviare una nota insieme alla richiesta di collegamento e puoi entrare in contatto direttamente con il CEO dell’azienda cercata.
  • AddLance: il miglior sito di ricerca di clientela per freelance (e viceversa). Puoi rispondere ad un annuncio scrivendo la tua offerta direttamente al cliente. Non ci sono tasse sui progetti, ma solo inizialmente per l’acquisto di crediti.
  • Inviare mail a tutti i tuoi contatti nell’ambito, se anche non avrai un immediato riscontro un giorno qualcuno potrebbe ricordarsi di te…

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7) NON SO COME ORGANIZZARE IL TEMPO (O NON SO COS’E’ IL WORK-LIFE BALANCE)

 Il tempo libero per una mente creativa è indispensabile. Quante volte in un momento di evasione, anche solo semplicemente mentre ci si lava i denti o si fa la doccia, ci sorgono spontanee delle risposte a dei problemi che ci stavamo ponendo?  “Vi è mai accaduto? Siete in giro a fare jogging, completamente rilassati, con la mente piacevolmente libera e vuota. Poi tutto a un tratto, ecco che vi salta in mente la soluzione di un problema sul quale vi stavate arrovellando da giorni…” (D.Goleman, Lo spirito creativo).

 Il concetto delle otto ore lavorative per una mente creativa è poco produttivo nonché frustrante, “L’ideale è lavorare quattro ore al giorno” come scrive nel suo articolo Oliver Burkerman su The Guardian “per quanto riguarda qualsiasi lavoro minimamente creativo, una cultura che non dà spazio al riposo è condannata alla sconfitta, anche solo per quanto riguarda i risultati finali.”

Non dirò che la vita da freelance è una passeggiata. Cambieranno tutti i tuoi orari, lavorerai la sera e nel weekend a volte, nei giorni di festa, sotto Natale, Pasqua e a Ferragosto, magari. Ma andare controcorrente consente di avere tempo per fare tutte quelle attività che ti consentono di ritrovare un equilibrio psicofisico e quindi stimolare lo spirito creativo.

 

8) NON SO COME DESTREGGIARMI TRA PARTITA IVA, TASSE, FATTURE, SPESE, ECCETERA

Sinceramente io odio occuparmi di questi aspetti e seppure questa sembri una banalità è stata un blocco per me molto grande, avevo tremendamente paura di non capirci nulla e non riuscire a risolvere quegli aspetti amministrativi. Ebbene, per quanto riguarda l’apertura della partita Iva è stato più difficile a dirsi che a farsi. L’essenziale è trovare un buon commercialista che segua le tue pratiche e ti dica come muoverti. Sono quasi due anni che lavoro da freelance e da quando ho lasciato l’azienda non sono mai stata più di due settimane senza lavorare. Ho avuto da tutti i miei clienti ottimi feedback sui lavori svolti: la frustrazione, l’insicurezza e il senso di “privazione di libertà” che sentivo da lavoratrice dipendente sono man mano scomparsi.

 

Leggi anche Il cliente fidelizzato è oro per il freelance

 

 

Diventare freelance e le due “paure esistenziali” più grandi

9) I MIEI COLLEGHI NON SENTONO IL MIO STESSO BISOGNO DI LIBERTÀ

Non tutti siamo uguali. Ci sono persone a cui la routine aziendale piace. Sono soddisfatti del loro stipendio sicuro e non hanno problemi ad accettare quelle 4 mura che a te “potenziale freelance” stanno tanto strette. Se senti che quella non è la tua strada, non guardarti troppo attorno, forse è ora di cambiare.


10) TEMO DI SENTIRMI SOLO

Ecco la nota dolente! Le chiacchiere con i colleghi possono essere qualcosa di cui si sente la mancanza quando si lavora da soli a casa propria. Il fatto di non poter più appartenere ad una squadra può scoraggiare anche i migliori “eremiti”, tuttavia ci sono delle soluzioni. Spesso ti capiterà di entrare in contatto con altri tuoi colleghi freelance, per collaborazioni brevi o continuative e quindi tornerai ad avere quei confronti che tanto ti mancano.

 Guest post a cura di Eleonora Pollina

 

 

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