Il futuro del lavoro, in Italia, passa anche per i freelance. A rilevarlo è un sondaggio promosso da AddLance, la Piattaforma dei Freelance Italiani, fra marzo e aprile 2019. La maggior parte dei liberi professionisti “fotografati” dal sondaggio lavorano per proprio conto da più di cinque anni, si occupano di Scrittura e Traduzione, Programmazione, Design e Web Marketing. Ecco i dati sul lavoro freelance.
La metà del campione guadagna tra 1000 e 2000 euro lordi al mese, riscontra come problema più grande il dover trovare nuovi clienti, ma è fiduciosa nel futuro. Per il 48.8%, infatti, il guadagno previsto per il 2019 sarà maggiore in rapporto allo scorso anno.
Lavoro freelance, molti professionisti guadagnano ancora pochino, ma sono fiduciosi nel futuro
Il profilo del freelance, che debutta e lavora soprattutto nelle nuove professioni connesse con lo sviluppo omnidirezionale del web, è quello di un professionista preparato che investe molto in formazione (95.2%) e in pubblicità (86.3%) e che sogna un’associazione di rappresentanza per i freelance, soprattutto per far valere le proprie ragioni e comunicare le proprie necessità allo Stato (34.6%).
Purtroppo, molti freelance, benché inseriti nel mondo del lavoro guadagnano ancora pochino, tanto da non preoccuparsi dei cambiamenti nel sistema fiscale. Per il 58.9% degli intervistati, infatti, l’innalzamento del limite a 65mila euro per beneficiare della flat tax non è rilevante, dato che guadagna molto meno. Un terzo sostiene che le tasse sono comunque troppo alte, al di là degli attuali interventi del legislatore, ma il 36% del campione si dice possibilista sul fatto che la flat tax possa contribuire a far emergere il lavoro in nero e di ciò ne trarrà vantaggio, senza dubbio, tutto il Paese.
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Lavoro freelance, professionisti contro il lavoro sommerso, ma la pressione fiscale è comunque elevata
Il tema del lavoro sommerso è stato oggetto anche di un’altra domanda del questionario e il 38.2% ha dichiarato di aver ricevuto, almeno una volta, da un proprio committente specifica richiesta di saldare il compenso senza fattura. Il 55% del campione ha detto di non aver mai avuto questo problema con i propri clienti, ma il 6.8% dei freelance ha dichiarato di non voler rispondere, nonostante il questionario sia stato presentato in forma anonima.
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“Noi di AddLance stiamo riscontrando una sempre maggiore consapevolezza del mondo freelance italiano – dichiara Andrea Cappelletti, co-founder della più grande piattaforma freelance in Italia – i professionisti si documentano e si organizzano sempre di più per affrontare e cogliere le opportunità di questo mondo in costante espansione”.
Lavoro freelance, negli USA il 47% del blocco generazionale dichiara di lavorare in regime di autonomia
I dati del sondaggio di AddLance, in piccolo, confermano quanto lo scorso anno avevano elaborato le statistiche di Instat ed Eurostat in materia di lavoro freelance. L’Italia si conferma sul podio in Europa (terzo posto) per quanto riguarda il tasso dei self-employed, ovvero dei freelance. Se in tutto il continente il blocco di lavoratori autonomi ha raggiunto il 15.8% del totale degli occupati, in Italia la percentuale (nel 2018) è salita sale a quota 23.8% . Sarà una tendenza sempre maggiore nei prossimi anni? Le prospettive sembrano andare in questa direzione.
Notizie simili arrivano anche da oltremare. I freelance americani sono aumentati in maniera tre volte più veloce rispetto alla media, con un balzo dell’8.1% (da 53 milioni nel 2014 a 57.3 milioni nel 2017 ), che stacca nettamente il +2.6% degli occupati tradizionali (da 156 milioni a 160 milioni). A buttarsi con più convinzione nel lavoro indipendente sono i lavoratori under 35. Secondo Freelancers Union, il sindacato dei freelance statunitensi, il 47% del blocco generazionale dichiara di lavorare in regime di autonomia, la quota più elevata in assoluto.
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